UNO SCAMPATO PERICOLO PER SAN GIUSTO.

a cura della prof.ssa Giuseppina Perusini
con introduzione della Presidente Rossella Fabiani

 

 

Nel 1885, per festeggiare il cinquecentenario della fondazione della cattedrale di San Giusto (composta nel 1385 dall’unione del sacello del martire triestino con la chiesa di S. M. Assunta), un gruppo di notabili capeggiati dal vescovo, decise di bandire un concorso per il restauro della cattedrale. Due anni dopo, al Museo Revoltella, furono esposti alla cittadinanza i nove progetti pervenuti, fra cui spiccavano quelli di architetti importanti come Enrico Nordio e Giovanni Righetti. Visitò tale mostra anche Filippo Zamboni, un singolare patriota e letterato di origine triestina ma residente a Vienna, che da allora lottò con ogni mezzo per impedire questo “restauro” che avrebbe comportato la totale distruzione dell’antica cattedrale. A tal fine Zamboni scrisse un violento pamphlet che  riuscì infine a  bloccare  il restauro e documenta inoltre la sua profonda competenza sui temi della conservazione del patrimonio artistico e la sua totale adesione alle idee di John Ruskin.