Giovedì Minervale | 23 marzo | Vetrate artistiche nella Trieste mitteleuropea – Diana Barillari

giovedì 23 marzo 2023
ore 16.45
Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste

 

Vetrate artistiche nella Trieste mitteleuropea

a cura di Diana Barillari

Gli appuntamenti con i Giovedì Minervali, organizzati dalla Società di Minerva, continuano e la prossima conferenza in programma per giovedì 23 marzo alle ore 16.45 presso la Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste – a partecipazione libera ed entrata gratuita – sarà dedicata alle “Vetrate artistiche nella Trieste mitteleuropea” grazie a Diana Barillari, storica dell’architettura, professoressa di Storia delle tecniche architettoniche all’Università degli studi di Trieste e membro del Consiglio Direttivo della Società di Minerva.

Nel 1908 «Der Architekt» pubblica il prospetto della facciata del Narodni Dom (1902-19049 a Trieste di Max Fabiani) dando importanza all’ingresso e alle vetrate di Koloman Moser. Marco Pozzetto – storico dell’architettura italo-sloveno – sostiene che il taglio della fotografia era teso a valorizzare i vetri di Moser. L’artista era un componente della Secessione viennese e la sua versatile vena creativa e l’esperienza maturata nel campo delle arti applicate, lo vede spesso collaborare con gli architetti, da Joseph Hoffmann a Otto Wagner a Joseph Maria Olbrich. A Trieste inizia la collaborazione con Max Fabiani che impiegherà le vetrate decorative anche negli interni di casa Bartoli. Anche Giorgio Zaninovich, allievo della Wagnerschule a Vienna, integra vetro e architettura in una casa di via Commerciale, che disegna con lo stesso afflato moderno. Qualche anno più tardi l’architetto boemo Osvald Polivka in collaborazione con un altro allievo di Wagner, Josip Costaperaria, inserisce vetrate colorate nell’atrio e lungo il vano scala della Zivnostenska Banka ora sede della Deutsche Bank (1911 1914) in via Roma. L’impiego del vetro a complemento dell’architettura segna una fase peculiare dell’Art Nouveau internazionale a Trieste, primo porto dell’Impero, gli echi viennesi assumono un riverbero importante, che dimostra la centralità della cultura artistica e architettonica della città.