Aspettando i Giovedì Minervali | Pietro Nobile: storia della collezione

PIETRO NOBILE: STORIA DELLA COLLEZIONE  – di Fabiana Salvador

[in Gli Svizzeri a Trieste e dintorni. Pietro Nobile, 2018]

Il fondo Pietro Nobile, che comprende la maggior parte della produzione grafica riferita all’architetto ticinese, è conservato presso il Polo museale del Friuli Venezia Giulia nella sede di Palazzo Economo a Trieste. Nel dicembre 1952 è stato oggetto di una compravendita fra l’allora Soprintendenza ai Monumenti, Gallerie e Antichità e l’erede Carlo Nobile.

Dopo una lunga trattativa, l’annuncio dell’acquisizione del fondo da parte dello Stato venne fatta al pubblico triestino il 3 agosto 1953 su “Le Ultime Notizie” in un articolo firmato da Libero Mazzi, funzionario della Soprintendenza e, con l’intento di informare e coinvolgere la cittadinanza, un anno più tardi, alcuni disegni di Nobile vennero esposti in una mostra presso la sala espositiva del Comune di Trieste in Piazza Unità.
Purtroppo, dopo questa mostra, i disegni di Nobile appartenenti a questo fondo furono raramente esposti. Solamente, nel 1985, l’architetto Luciano Semerani ne portò una selezione a Parigi per esporli nella manifestazione “Trouver Trieste” .

 

 

Ma il fondo da cos’è costituito? Al momento dell’acquisizione contava “7106 tavole di disegni architettonici, schizzi, rilievi, rilegati in 70 volumi, 11 fascicoli di progetti, preventivi, 11 rotoli di progetti e disegni vari; l’epistolario del Nobile con artisti italiani e stranieri comprendenti 544 lettere; e allegate all’archivio 5 pubblicazioni sul Nobile“. L’inventario è stato scritto in modo analitico dal nostro ex presidente della Società di Minerva Gino Pavan, con l’ausilio di Carlo Nobile.
Oggi i numeri risultano leggermente diversi: si tratta in realtà di 8236 tavole tra disegni e stampe, relativi a diversi aspetti della personale ricerca tecnico-artistica che l’architetto Pietro Nobile condusse durante tutta la sua vita. Però, solo pochissimi di questi disegni risultano firmati da Nobile. Molti sono opera di allievi dell’Accademia, elaborati scolastici raccolti quale documentazione della sua attività didattica, in quanto fu anche direttore della Scuola di Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Vienna.

Questa raccolta corrisponde a quanto era in possesso dell’architetto al momento della sua morte e, per un artista di allora, possedere una collezione grafica costituiva un patrimonio prezioso per la propria attività.