Giovedì Minervale | 15 maggio | La Casa dei Putti danzanti ad Aquileia: venti anni di ricerche dell’Università degli Studi di Trieste.

Giovedì dì 15 maggio 2025, alle ore 16.30
Sala Conferenze della Biblioteca Statale “Stelio Crise” di Trieste, Largo Papa Giovanni XXIII,6 – II p.

“La Casa dei Putti danzanti ad Aquileia: venti anni di ricerche dell’Università degli Studi di Trieste”.

Conferenza della la professoressa Emanuela Murgia, docente di archeologia e ricercatrice all’Università degli Studi di Trieste.

L’ingresso è libero.

Dal 2005 l’Università degli Studi di Trieste è presente ad Aquileia nell’area prospiciente via Gemina (pp.cc. 424 e 425 e frazionamenti), affidata in concessione di scavo dal MIC – SABAP FVG, e tra quelle conferite alla Fondazione Aquileia. L’area si connotava per la centralità rispetto al cuore politico e commerciale della colonia e alla rete di comunicazioni d’acqua e di terra interne ed esterne all’abitato. All’interno dell’insula, senza apparente soluzione di continuità, si estendeva una vasta e lussuosa residenza, nota come Casa dei putti danzanti, che fin dal primo impianto (metà del IV secolo d.C.) aveva occupato l’intero quartiere, inglobando spazi in precedenza destinati a diversa funzione. Gli obiettivi principali delle indagini sono stati individuati nella verifica della suddivisione originaria dell’insula e nella comprensione del rapporto stratigrafico e funzionale tra la Casa dei putti danzanti e le strutture rinvenute in passato, in particolare del complesso abitativo messo in luce da Brusin negli scavi degli anni Trenta del Novecento (Casa Ritter-Zàhony) e quindi reinterrato. Grazie alle indagini è stato possibile ri-scoprire una serie di ambienti che per caratteristiche e dimensioni sono pertinenti proprio a quelli individuati da Brusin, offrendo, così, importanti dati per la ricerca scientifica. La prima novità è di carattere topografico perché si è offerta la possibilità di georeferenziare scavi importanti effettuati in passato e di verificare l’effettiva corrispondenza tra resti archeologici e dati d’archivio. La seconda riguarda la cronologia proposta per alcuni pavimenti musivi, datati fino ad oggi, in assenza di dati di contesto, sull’analisi stilistico tipologica. Nuove proposte di datazione possono essere ora avanzate su basi stratigrafiche e sull’associazione con i materiali rinvenuti. Un ulteriore fondamentale risultato è stato quello di poter “collegare” i resti individuati negli anni Trenta con quelli della Casa dei putti danzanti, della quale, con molta probabilità, costituivano, a seguito di interventi di restauro e rifunzionalizzazione, un settore di rappresentanza.

Giuseppe Trebbi
Presidente della Società di Minerva

#iosonofriuliveneziagiulia

Fotografia della Casa dei putti danzanti.